Dall’introduzione di “Sognavo di essere Freud” di Luigi D’Elia

“Aisha è costruita come un poliedro dalle molte facce intersecate tra loro, ed ogni sua parte corrisponde ad un pezzo di anima della professione di psicologo, o meglio ne rappresenta le nuove e nuovissime generazioni, da poco laureate o da poco specializzate.

Tutto ciò che è riportato in questo libro è assolutamente vero, seppure appaia inverosimile, ed è stato inserito all’interno di un racconto, costruito a partire dalle avventure e disavventure di vita professionale di otto colleghi tra i 27 ed i 35 anni.

Ma chi in queste pagine voglia cercare pruriginose curiosità sui pazienti e le loro stranezze, viste dagli occhi di imberbi psicologi alle prime armi, ha proprio sbagliato indirizzo.

No, non si tratta assolutamente di questo.

Qui si parla della condizione degli psicologi nell’attuale – ed inconcepibile – panorama italiano, raccontato dalla viva voce di un gruppo “significativo” di essi.
“Significativo” perché chiamati a raccolta da analoghe esperienze e da lucide e disincantate visioni del panorama professionale, ma soprattutto dalla volontà di prendere parola, unita al coraggio di raccontarsi per condividere tutto questo […]”

Luigi D’Elia
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